giovedì 16 aprile 2015

100 + 42

Giorni molti intensi, questi e quelli che verranno.
Sono stato lontano dal blog da Pasquetta e questo la dice lunga su quello che è successo nell'ultimo periodo.
È uscito un articolo su Novara Oggi (vedi post precedente), c'è stato un weekend di follia podistica (100 km sabato e 42 km domenica)e poi c'è la frenetica preparazione della UMS ormai alle porte.

Ma andiamo con ordine.

Venerdi 10 aprile la bella sorpresa di un articolo tutto per me sul giornale, con tanto di titolo in prima pagina! Non solo:chiedo ad amici e familiari di comprare una copia in modo da averla (un giorno mi piacerebbe leggerla a mio figlio) e mentre mio papà va all'edicola, vede addirittura un titolo di quelli che i giornalai mettono fuori per far comprare i giornali e che recita:
"Corre per 24 ore consecutive, l'uomo dei record".
Da non credere!
Non ho voluto sottolineare che le ore saranno 48...

Sabato 11 aprile, l'atteso appuntamento con la gara Open del Mondiale della 24 ore a Torino.
Programma previsto per me:100 km tranquilli.
Anna si fa trovare sotto casa mia alle 6.00. Si va a Novara dove ad attenderci ci sono Bomber e Gully.
Anche stavolta i ragazzi ci sono, anzi hanno voluto esserci a tutti i costi!
Il viaggio fino a Torino come sempre passa tra chiacchierare di imprese passate e sogni futuri. Poi, giunti a Torino, quasi come fosse un buon presagio, ci si palesa davanti alla macchina mentre stiamo parcheggiando niente meno che Re Ivan Cudin.
Vedo tanti amici, tante facce conosciute, scambio due parole con il guru Ciro Di Palma ed alle 10 inizia l'avventura.
Il percorso si snoda tra il parco Ruffini e lo stadio Primo Nebiolo ed è lungo 2000 metri. Devo compiere 50 giri prima di poter dire di aver svolto il mio compitino.
Sono lì per testare materiali, gambe, testa e per simulare alcune situazioni che potranno ripresentarsi alla UMS.
Anche per il team è un ottimo banco di prova...e se ne accorgono subito.
Nelle prime 3 ore ho fame ed esagero con il cibo:ingurgito un toast, un piatto di pasta, della cioccolata ed una pizza margherita doppia mozzarella.
Sto anche testando le nuove Saucony Hurricane e fin dall'inizio mi sembrano troppo leggere.
Compio quasi appositamente questi errori per vedere fino a dove resisto e fino a dove mi posso spingere. Devo dire che non è una bella idea infatti soffro già dai primi km di stomaco e avverto il dolore tipico delle vesciche in arrivo.
Passo la distanza della maratona e proprio al km 43 faccio una piccola pausa coccolato dal team. È snervante girare continuamente su un circuito ma è un buon test per la mente. A me, è chiaro, piace molto di più correre da un punto ad un altro.
Passano i giri e con loro anche i km, arrivo a 50 ovvero a metà dell'opera. Al gruppo si uniscono Spike e Pino, arrivati apposta da Novara.
Questo mi una enorme carica perché realizzo che sono lì apposta per me è questo mi riempie di orgoglio.
Arrivano anche i messaggi da casa, dagli amici di Novara Che Corre, tutti magistralmente filtrati dai ragazzi.
Da Torino il team sta continuamente aggiornando la chat con i miei passaggi (quando rileggerò tutta la cronologia alla fine della giornata sarà emozionante).
C'è anche chi, pur leggendo, non scrive nessun incitamento: i soliti 2/3 rosiconi.

Il problema è loro, non mio. Anzi, questa scomoda situazione mi da ancora più forza. Corro anche per loro!

Le vesciche mi fanno un male cane, cambio le scarpe (bocciate le Saucony) e torno alle care vecchie Asics GT2000.
Comincia a calare il sole, Spike e Pino tornano a casa mentre Anna, Bomber e Gully restano stoicamente al loro posto. Ogni tanto qualcuno di loro mi corre accanto fuori dalle transenne e così, chiacchierando, mi passa molto di più.
Le gambe ci sono, anche se le vesciche mi fanno avvertire dolore ad ogni singolo appoggio.
Siamo al km 80, ben 40 giri alle spalle. Manca meno di una mezza maratona.
Penso a Rada che è a Milano, questo pensiero è sempre il più positivo che riesca a trovare quando corro le ultra.
So che sta bene e che non è stanca. Beata lei!
Ogni 4 giri, cammino per mezzo giro. Devo ahimè pensare anche alla maratona del giorno successivo a Milano.
Quando concludo il passaggio numero 46, transitando quindi al km 92, mi rendo conto che difficilmente riuscirò a stare sotto le 12 ore.
Peccato, ma non mi interessa più di tanto.
Interessa invece a Gully che, come sempre, ha fatto una scommessa (non so con chi e non lo voglio sapere!).
Mi sprona, mi dice di provarci, corre con me un giro.

Quasi mi convince, anzi. Mi convince.

Mancano 6 km per concludere la mia fatica, posso arrivare a casa ad un orario decente. Sto tutto sommato bene, vesciche a parte. Non ho fame, solo sete. Ma si, ci provo.

Quello che accade dopo è difficile da spiegare e forse ancora di più da far capire.
Credo che sia il motivo per cui finisco certe gare estreme pur non avendo il fisico scolpito ed allenato degli atleti top. È la ragione per cui arrivo dove molti altri non riescono.
Io la chiamo la forza del pensiero sul corpo.

Fatto sta che, dopo aver corso per ben 94 km, mi "sveglio" di colpo e, incitato dai ragazzi, corro gli ultimi 6 km alla media di 5'00"/km o poco più.
Concludo la mia partecipazione alla gara di Torino percorrendo 100 km in 11h56'.
Abbraccio i ragazzi del team, consegno il chip e, dopo aver controllato le vesciche (tre, enormi) mi butto sotto la doccia.
Le gambe sono a posto, ma voglio sedermi. Andiamo subito in macchina e ripartiamo verso Milano con una pausa autogrill dove bevo un the caldo rigenerante.
A Novara salutiamo Bomber e Gully e con Anna rientriamo a casa cantando Aisha (di Sahariana memoria) con musica a tutto volume!
Casa dolce casa!
E dopo aver mangiato una bistecca sapientemente preparata dal giorno prima, preparo la roba per correre il giorno seguente: in quel momento realizzo davvero di non avere tutte le rotelle a posto.
Non mi sembra vero.
Non ho ancora smaltito l'adrenalina di Torino che già sto preparando il materiale per la maratona di Milano!
Ma tant'è.
Curo come posso le vesciche e vado a nanna. Naturalmente crollo in un sonno profondo.

Domenica 12 aprile è il giorno della maratona di Milano, la maratona di casa, una delle maratone più brutte del mondo, sicuramente la peggiore per il rapporto qualità/prezzo. A Milano si devono arricchire gli organizzatori e non si pensa ai maratoneti. E sono già stato troppo buono.
Ritrovo sotto casa alle 8.00, metro per Palestro (nuova location di partenza e arrivo), foto, deposito borse e si parte!

La squadra di eroi stavolta è composta da Spike, Gully, Ilary, Nocella, Zolla e Riccardo.

Come è normale che sia, ho le gambe abbastanza di legno e capisco subito dai primi km che non sarà una passeggiata. Inoltre fa molto caldo e questo di certo non aiuta.
Succede però che la mia maratona numero 56 diventi, come dirà Ilaria in seguito, una maratona "intima".

Stiamo insieme dal primo all'ultimo metro (Zolla, Nocella e Riccardo ci salutano prima), parliamo, ridiamo, scherziamo, ci prendiamo i soliti insulti dai soliti milanesi, rispondiamo agli insulti (Spike), contiamo i km e non pensiamo alla gara. Siamo nella gara ma è come se fossimo da un'altra parte.
Abbiamo il pettorale attaccato ma è come se stessimo facendo un allenamento societario.
Ogni tanto mi fermo per stirare le gambe ma ne ho ancora.
Tra due settimane i km saranno decisamente di più e l'impresa sarà tutt'altro che facile.

Dopo 5 ore di corsa vediamo il traguardo: un allungo finale con la mano all'orecchio e passiamo sotto l'arco della finish line!
100+42 fatto!!!

Penso a qualche anno fa, alle prime maratone, al timore che avevo pensando ad esse.
Neanche io mi riesco a spiegare cosa mi spinge oggi a correre per 100 km (che già di per sé è una follia) e poi a cimentarmi in una maratona.
Di certo, l'emozione che ciò si porta dietro è enorme ed è per me una piacevole abitudine.

Non posso farne a meno.

Arriva Rada, ora la giornata è davvero completa. Ci cambiamo e andiamo a mangiare.
Mangiare non è la parola esatta.
Faccio schifo: mi scofano tre panini, due porzioni di patatine e una coca cola gigante!
Saluto i miei amici, quelli della famiglia allargata che anche oggi sono tutti lì, e torno a casa con la mia dolce metà.
Faccio in tempo a mangiare ancora una bistecca con insalata prima della doccia e del seguente relax.

Guardo l'ora, sono le 18.30 e sono steso sul letto.
Una volta tanto non devo andare a lavorare così mi godo appieno il dolce momento.
Dalla finestra vedo il mondo fuori che va a 100 all'ora.
Ma tutto quello che voglio-mia moglie, mio figlio in arrivo, la famiglia, gli amici, le gambe d'acciaio, i sogni e i limiti da raggiungere-sono lì con me.
E a me basta questo.

1 commento:

  1. Premesso che il racconto è bellissimo e la doppietta 100+42 è incredibile è entusiasmante. .. come hai fatto ha fare una maratona con 3 vesciche fresche??...

    RispondiElimina