Il mio calendario
sportivo,come ormai da un paio di anni a questa parte,prevede le
ultime due fatiche negli ultimi due mesi dell'anno: la Turin Marathon
e la Maratona di Reggio Emilia.
Queste due gare vanno a
chiudere un favoloso e quasi sicuramente irripetibile 2013,dodici
mesi nei quali ho collezionato la bellezza di 13 maratone,3 gare
sulla distanza dei 100 km (Seregno,Passatore e Alpi) e la lucida
follia dei 212 km della UltraBalaton di cui si è già detto molto.
Inoltre,sempre
quest'anno,ho migliorato i miei personali sulla mezza maratona,sulla
maratona (con l'exploit di Milano,che ancora oggi non so spiegarmi) e
sulla 100 km. Certo,sono tempi lontanissimi da quelli degni di essere
citati,ma tant'è e me li tengo gelosamente stretti!
Dunque a novembre,nel
week-end del 15-16-17,sono stato a Torino in occasione della
competizione cittadina. Quest'anno c'erano tre importanti motivi per
i quali ero molto felice di essere nel capoluogo piemontese:l'invito
personale del mio amico Mauro Firmani,una serata organizzata in mio
onore dagli amici della Via della Felicità e la possibilità di far
parte del gruppo di runners che avrebbero corso la maratona in 4ore 9
minuti e 43 secondi:il tempo che segnava il tabellone di Boston al
momento dello scoppio dell'infame bomba lo scorso aprile.
Parto venerdì pomeriggio
in treno da Milano e al mio arrivo vengo accolto dall'inossidabile
Cico con il quale trascorrerò una piacevolissima serata con amici a
parlare di corsa e di impegno sociale. A Torino vengo sempre sommerso
dal loro affetto e quindi ogni volta ci torno più che volentieri.
Vado poi in
albergo,logisticamente perfetto,e mi metto a letto.
L'indomani,sveglia presto
e colazione con Mauro. Si inizia come sempre a chiacchierare di corse
passate e soprattutto future,dopo di che ci rechiamo all'expo dove
rimarremo per tutta la giornata. Saluto molta gente,ho il piacere di
rivedere vecchi amici,di salutare la sempre gentilissima Valeria
Straneo e di incontrare dal vivo il mitico Daniele,runner molto forte
che farà il personale l'indomani e che mi porta l'autografo con
dedica del mitico Claudio Lauretta!!!
La sera arriva presto e
dopo una cena carica di carboidrati con i ragazzi del team di
Mauro,vado a letto. Non prima di aver preparato tutta l'attrezzatura
per l'indomani. Sono alla mia 35esima maratona,ma il rito della
preparazione mi piace sempre come se fosse la prima volta. Credo che
sia la cosa più bella in assoluto,sistemo con cura maniacale tutti
gli “strumenti” del mestiere in modo da essere subito pronto e
attivo il giorno dopo. Negli anni ho affinato questa meticolosa
attività ma ricordo ancora con piacere la prima volta in
assoluto:nella grande stanza dell'hotel a New York,con il Madison
Square Garden che ribolliva di fronte ed io con la febbre. Ogni cosa
al suo posto,anche la più inutile. Oggi prendo solo lo stretto
necessario e so che mi basterà,ma allora era per me tutta
un'avventura.
Purtroppo prendo sonno
troppo tardi e mi sveglio troppo presto,alle 4.30 sono già con gli
occhi aperti. Aspetto ancora un po' sotto le coperte e poi,irritato
per lo scarso riposo,mi alzo.
Colazione,mi vesto e
siamo pronti ad uscire.
Ci avviamo verso
l'expo,dobbiamo fare la foto di gruppo con lo striscione “Remembering
Boston”,sapientemente preparato il giorno prima da me e Alessio,il
mitico ideatore di Passo Capponi.
Arrivano
Ilaria,Luca,Simona,Mauro e la sua famiglia. Più tardi si
aggregheranno al gruppo anche Rada,Heros e Anna che ci aspetteranno
al traguardo.
Siamo un bel gruppo
folto,per Cico e Ilaria correre in 4 ore e 09 minuti vuol dire fare
il loro miglior tempo. E' un crono di tutto rispetto,si tratta pur
sempre di correre sotto i 6 minuti al km per 42 km,ovvero a più di
10km/h!
Ci mettiamo nell'area
partenza e lo sparo dello starter ci indica l'inizio dell'ennesima
avventura.
Corriamo bene ed in
gruppo,si ride,si scherza ed i km passano via veloci che quasi non me
ne accorgo. Mi accorgo invece che correre sotto ritmo,seppur di
poco,tende ad “imballarmi” le gambe ed infatti a fine gara avrò
stranamente sintomi da acido lattico.
Verso il km 35 Ilaria e
Cico tengono botta (come direbbero gli amici emiliani) anche se la
stanchezza inizia a farsi sentire. Vedo Cico con il volto tirato ma
con lo sguardo di chi non mollerà un centimetro. Ilaria ha dolori
sparsi ma li sopporta senza fiatare.
All'ultimo km ci
raduniamo tutti,prendiamo lo striscione,faccio i complimenti ai due
ragazzi che hanno centrato il loro personale e veniamo avvolti da un
lungo,infinito applauso. Noi lo giriamo alle vittime di
Boston,seguendo un filo invisibile che unisce i runners di tutto il
mondo. Siamo un popolo di splendidi pazzi sotto un'unica bandiera.
Siamo positivi,siamo portatori sani di felicità,siamo un gruppo di
gente veramente bella.
Tagliamo il traguardo ed
il tabellone dice: 4.09.43.Spaccate.
Abbracci,qualche
lacrima,saluto l'immenso Mauro e tutto il suo gruppo di matti e
faccio le consuete flessioni con Ciro (riconoscibile sotto la sua
cresta colorata di americana memoria) e Cico. Ben 10 piegamenti e si
va a prendere la medaglia messa al collo di ognuno dal Comandante
Mauro.
Saluto gli amici di
Torino venuti apposta per vedermi,saluto Rada e ci incamminiamo verso
l'albergo per la doccia. Seguirà una meritata pizza ed il treno di
ritorno per Milano,dove starò per poco tempo prima di ripartire per
andare al lavoro!
L'1 dicembre ho corso
invece al Giro del Colle di San Michele,un imperdibile off road di 25
km che ogni anno mi vede ai nastri di partenza. Quest'anno con me
c'erano Walter,Simona,Valentino e lo Squero. Infangati ma felici
siamo tornati poi verso casa.
Come ogni
anno,l'appuntamento di chiusura con le 42 km,avviene per me a Reggio
Emilia. Semplicemente la maratona meglio organizzata al mondo. Una
specie di festa del podista,il Natale anticipato del maratoneta. Un
ritrovo di amici,una sorta di saluto finale dopo un anno di sport.
Quest'anno,a differenza
dello scorso,ho optato per fare tutto in giornata con partenza da
Milano la domenica mattina. Mi sono organizzato con il compagno di
avventura Mauro Fiorini,ci siamo trovati al casello di Lodi con un
altro suo amico e siamo partiti alla volta di Reggio. Prima
tappa:autogrill per la colazione.
Siamo arrivati nella
bella città emiliana ed abbiamo parcheggiato la macchina a 50 metri
dal palazzetto nel quale come sempre si trova il ritiro pettorali e
pacchi gara,le docce ed il deposito borse.
Mi sono preparato alla
veloce e solo a 10 minuti dal via sono uscito,con conseguente botta
di freddo,anche se minore rispetto agli anni scorsi. Per me è la
stagione peggiore,non lo sopporto proprio il freddo! Con il caldo
afoso vado bene,ma il freddo proprio no. Infatti mi trovo bene a
correre nel deserto.
Alle 9 in punto si
parte,primi km in centro poi si esce e si inizia a correre su un
percorso ondulato. Dopo pochi km incrocio Mauro,con il quale correrò
la maggior parte della gara fino al ristoro del km 30. Non voglio
strafare,sento di aver dato abbastanza. Mi basta stare sotto le 4 ore
e cerco di tenere un ritmo consono a questo obiettivo,Mauro ne ha di
più ed infatti a 12 km dal traguardo cambia passo e va via.
Io corro bene,non ho
crisi e ad ogni ristoro bevo tè caldo per rifocillarmi. Si rientra
verso la città e,come se fosse scritto in un libro,proprio
transitando al km 40,vedo Alina e Andrea ABS. Proprio nell'ultima
maratona dell'anno,proprio al km della gloria,trovo i miei due amici
di follie!Come ho già detto altre volte,se oggi corro le
ultramaratone lo devo in parte alla pazienza di ABS e a quella
indimenticabile notte ad Asolo. Vedo che vogliono stare da soli e li
saluto,li aspetterò al traguardo.
Corro gli ultimi metri e
chiudo in 3 ore e 53 minuti,facendomi un bell'applauso.
Mauro chiude in 3 ore e
47,il suo amico in 4 ore e 18.
Veloce
relax,doccia,macchina,pranzo in autogrill e casa,dove arrivo verso le
16 come da previsioni e preparo l'albero di Natale.
Chiudo un anno
memorabile,indimenticabile. Dodici mesi di corsa,iniziati con i
tortellini di Cinzia a Crevalcore e finiti come sempre a Reggio. In
mezzo tanti km,tantissime facce di amici,tante esperienze,tante
avventure,tante sfide sempre più difficili.
Sicuramente la sfida più
grande è stata quella tra la fine di maggio ed i primi di
giugno,quella doppietta Passatore-UltraBalaton che molti ritenevano
per me impossibile. Ed invece quei 312 km in 6 giorni sono alle
spalle e sono un bel ricordo. Quella lunga notte affacciata su
quell'immenso lago ungherese rimarrà sempre uno dei miei ricordi più
cari.
Per concludere,a pochi
giorni dalla scomparsa del grande Nelson Mandela,vi lascio con quella
che ritengo la sua frase più bella,che mi ripeto spesso:
“UN VINCITORE E'
SEMPLICEMENTE UN SOGNATORE CHE NON SI E' MAI ARRESO”
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